RISPOSTA DELL'UE IN MATERIA DI MIGRAZIONE: MUTARE LA CRISI POLITICA IN OPPORTUNITÀ


BRUXELLES, 11 settembre 2015- In occasione dell’incontro straordinario del Consiglio Giustizia e Affari Interni (GAI) che si terrà a Bruxelles il prossimo 14 settembre, e durante il quale i ministri discuteranno misure volte ad affrontare un aumento dei rifugiati e dei migranti che attraversano le frontiere marittime e terrestri dell'Unione europea, la piattaforma per la cooperazione internazionale su migranti irregolari (PICUM) e le sue organizzazioni affiliate esortano i leader dell'Unione europea a stabilire canali sicuri e regolari affinché i migranti e i rifugiati possano raggiungere l’Europa.

Il 2015 ha visto un numero record di migranti che rischiano la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, portando a continue tragedie sia alle frontiere marittime sia a quelle terrestri. PICUM sottolinea che la conseguente crisi umanitaria in atto in molti paesi d'Europa è il diretto risultato di politiche volte a scoraggiare migranti e rifugiati nel corso degli ultimi 15 anni. Secondo il Migrant file *, oltre 30.000 rifugiati e migranti sono morti dal 2000 nel tentativo di raggiungere l’Europa o di rimanervi. Nell’arco di questi anni, le politiche migratorie dell'UE hanno limitato, e in molti casi anche proibito, l’arrivo di migranti attraverso normali mezzi per chiedere protezione o per cercare migliori condizioni di vita.

L'Agenda dell’UE sulla migrazione**, presentata dalla Commissione europea nel maggio 2015, non presenta alcun cambiamento significativo nelle retoriche sviluppatesi negli ultimi anni. I temi relativi alla sicurezza continuano a prevalere e la mobilità continua ad essere vista come una minaccia piuttosto che un'opportunità. Per quasi due decenni, un approccio securitario al tema delle migrazioni ha portato a maggiori sforzi per la protezione delle frontiere esterne dell'UE, alla creazione ed alla manutenzione di strutture di detenzione, e agli sforzi per criminalizzare e limitare una mobilità indesiderata. L’attenzione delle istituzioni è più di recente stata deviata sulla necessità di criminalizzare i trafficanti di persone, i quali, in assenza di canali ufficiali e sicuri, spesso offrono a migranti e rifugiati l'unica possibile via per l'Europa.

Mentre le tragedie continuano ad accadere quotidianamente, la mancanza di un dibattito realistico sul tema della migrazione avrà, nel lungo periodo, severe conseguenze per l'Unione europea. La posta in gioco non è solamente l'obbligo di salvaguardare i valori e i principi fondamentali dell'Unione fondati sul rispetto dei diritti umani, ma anche la manifesta necessità di una forza lavoro migrante in molti paesi dell’Unione europea per i prossimi decenni. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)***, la forza lavoro dell'UE si ridurrà di 50 milioni entro il 2060. Già oggi, i vari settori dell'economia, in particolare quelli di occupazioni a basso reddito, si fondano sulla presenza di forza lavoro migrante.

Tuttavia, le politiche nazionali e comunitarie sulla migrazione offrono poche possibilità per i lavoratori migranti provenienti da paesi terzi di ottenere un permesso di lavoro e di soggiorno. I migranti vengono quindi spinti nel mercato del lavoro informale e in una situazione amministrativa irregolare. La direttiva adottata di recente sul lavoro stagionale **** ha costituito un’occasione per i responsabili politici dell'UE di creare nuovi canali regolari per lavoro a basso reddito di lavoratori migranti in un particolare settore. Si è trattato però di un solo, breve, passo nella giusta direzione e saranno necessari molti più sforzi nei prossimi anni per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, ancora non riconosciute dall'Unione europea.

A parte le azioni immediate che devono essere intraprese per evitare la vittimizzazione e criminalizzazione dei migranti e rifugiati che hanno raggiunto l'Europa, vi è un urgente bisogno di una forte leadership nel tentativo di mutare l'approccio al tema della migrazione nel suo complesso. In assenza di una riforma fondata sui fatti e i dati relativi non solo al tema della migrazione, ma anche al mercato del lavoro e alle politiche sociali e di salute, ancora più vite andranno perdute e numerose sofferenze continueranno ad essere inflitte. È ormai estremamente chiaro che l'approccio che l’UE ha assunto in materia di migrazione, non solo ha fallito con riguardo alla situazione dei singoli migranti e rifugiati, ma anche con riguardo alla nostra intera società.

PICUM ei suoi membri avranno il ruolo di esortare i governi dell'UE a stabilire un nuovo approccio al tema della migrazione, allontanandosi da una logica securitaria e di criminalizzazione dei migranti, verso una nuova retorica fondata sui diritti umani e sui diritti economici e sociali, al fine di stabilire più canali regolari affinché rifugiati e migranti possano raggiungere l'Europa in modo sicuro.

*Si veda: The Migrant Files.
**Si veda: A European Agenda on Migration.
*** Si veda: B. Westmore, International migration: the relationship with economic and policy factors in the home and destination country. OECD Economics Department Working Papers no. 1140, page 5.
**** Si veda: Directive 2014/36/EU.

A proposito di PICUM
PICUM - la piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti privi di documenti, è un’organizzazione non governativa internazionale (ONG) che promuove il rispetto dei diritti umani dei migranti privi di documenti in Europa. PICUM rappresenta 149 organizzazioni affiliate in 31 paesi. Per ulteriori informazioni, si veda: www.picum.org.

Per visualizzare il web documentario di PICUM 'Undocumentary' che mostra la realtà di lavoratori migranti irregolari, clicca qui. Per vedere l’animazione "La migrazione non è un crimine", clicca qui.
Contatto stampa:
Elisabeth Schmidt-Hieber
Communications Officer
+32 2 210 1780
elisabeth.schmidt-hieber@picum.org
I membri di PICUM sono le seguenti organizzazioni:
Austria: Diakonie – EvangelischerFlüchtlingsdienstÖsterreich; Belgio: Abraço, Bond ZonderNaam, CIRE, CSC Brussels, Filipiniana-Europa, de8 , Le Monde des Possibles, Medimmigrant, Meeting, OMANIAE, ORBIT, OR.C.A, Platform Kinderen op de vlucht - Plate-forme Mineurs en exil, Point d'Appui, Protestant Sociaal Centrum, RaizMirim, Samahan - Filipino Migrant Workers Union in Belgium, VerenigdeProtestantseKerk in België, VLOS; Croazia: Coalition for Work with Psychotrauma and Peace; Cipro: KISA; Repubblica Ceca: Association for Integration and Migration, Consortium of Migrants Assisting Organizations in the Czech Republic, La Strada Czech Republic, People in Need; Danimarca: Babaylan Denmark, Refugees Welcome; Estonie : Legal Information Centre for Human Rights; Finlandia: Evangelical Lutheran Church of Finland; Francia: Centre Enfants du Monde, Femmes de la Terre, GISTI, RESF; Georgia: International Youth Association TIP; Germania: Agisra, BAG Asyl in der Kirche, Ban Ying, Europäisches Bürgerforum in der BRD, Flüchtlingsrat Nordrhein Westfalen, FördervereinNiedersächsischerFlüchtlingsrat e.V., IG Metall-Vorstand, Maisha e.V. African Women in Germany, Medibüro Kiel e.V. , Medinetz Bremen; Grecia: AITIMA, Asante NGO, Generation 2.0, Greek Forum of Refugees; Irlanda: Immigrant Advice Bureau, Immigrant Council of Ireland, MRCI, Ruhama; Israele: The Hotline for Refugees and Migrants, KavLaOved; Italia: ASGI, CESVI, DIFFERENZA DONNA, NAGA, SIMM; Kazakistan: Sana Sezim, Women Support Centre; Lussemburgo: ASTI; Malta: Aditus, Jesuit Refugee Service Malta; Marocco: OrganisationDémocratique de Travail, RéseauMarocain Transnational Migration Développement; Nepal: Friendship-Nepal; Paesi Bassi: ASKV, Dokters van de Wereld, EMFA, FairWork, Het Wereldhuis, IMWU, Kerk in Actie, OKIA, PHAROS, Stichting Agnes van Leeuwenberch, Stichting INLIA, Stichting LOS, Stichting Mamre, Stichting OMZO-Pauluskerk, StichitingRos, STIL; Nigeria: CAFSO-WRAG for Development, Centre for Youths Integrated Development; Norvegia: Antirasistisk Senter, Helsehjelptilpapirløse, Health center for undocumented migrants; Pakistan: Community Development Foundation; Polonia: Association for Legal Intervention ; Portogallo: Association for the Rights of Undocumented Migrants, Jesuit Refugee Service Portugal, APAV Portugal, PROSAUDESC; Romania: The Foundation for an Open Society; Spagna : ACCEM, Asociación A.P.A.V ; APDHA, Asociación para la Protección e Integración de la Mujer, Asociación POR TI MUJER, Caritas Diocesana
de Barcelona, Centro de Investigaciones en Derechos Humanos Pro Igual, Centro Pueblos Unidos, Federación Andalucía Acoge, Federación de Asociaciones de SOS Racismo, Federación Red Acoge, Justicia y Paz, Comisión General de España, Movimiento Canario por la Paz, Red Aminvi, Salud y Familia; Svezia: Caritas Sverige, Immigrant-Institute, Trade Union Center for Undocumented Migrants, Rosengrenska; Svizzera: Association Promotion Droits Humains, Associazione Movimento dei Senza Voce, Berner Beratungsstelle fur Sans-papiers, Centre de contact Suisses-immigrés, Collectif de soutien aux sans-papiers de Genève, FIZ, Sans-papiers Anlaufstelle Zürich, SIT, Solidaritätsnetz Sans-Papiers Bern; Regno Unito: Anti-Slavery International, Campaign to Close Campsfield, Coram Children's Legal Centre, FEMAGE WORLD, Hackney Migrant Centre, Immigration Advice Service, JCWI, LAWRS, Maternity Action, MRN, Migrant Voice, Praxis, STEP, The Detention Forum; ORGANIZZAZIONI EUROPEE ed INTERNAZIONALI: European AIDS Treatment Group, European Federation of the Community of Sant'Egidio, ENoMW, ICMC, Jesuit Refugee Service Europe, La Strada International, Médecins du Monde International Network, Pax Christi International, SMES-Europa, UNITED for Intercultural Action

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